Nella mattinata dello scorso 18
Settembre, in concomitanza con i festeggiamenti per il nostro Santo Patrono ad
Osimo, Castelfidardo ha ricordato la Battaglia di Castelfidardo proprio del 18
Settembre 1860.
Il Comune di Osimo ha tenuto a
rispondere positivamente all'invito a partecipare alla commemorazione di quello
scontro avvenuto nell’area compresa tra i comuni di Osimo, Castelfidardo,
Loreto, Numana, Camerano, Porto Recanati, Recanati, Sirolo e Ancona tra
l’esercito sardo- piemontese guidato dal generale Enrico Cialdini e quello
pontificio comandato dal generale francese Cristophe Leon de La Moricière a cui
venne dato appunto il nome di Battaglia di Castelfidardo. Quell'evento la
storia lo ricorda come un passo determinante del Risorgimento Italiano, che
portò all’Unità d’Italia.
Oggi il celebre combattimento è
ricordato sul territorio dall’area della battaglia con la preistorica Selva,
dal grandioso Monumento Nazionale delle Marche e dal Sacrario Ossario dedicato
ai caduti, luogo dove si è svolta la cerimonia.
Dopo il raduno nel piazzale
antistante il Sacrario-Ossario, si è proceduto all'alzabandiera, alla
deposizione della corona d'alloro, alla Benedizione dei caduti ed alla lettura
della relazione storica. Gli organizzatori hanno scelto di aggiungere una parte
'teatrale' relativa alle giornate del 17 e 18 settembre 1860 vissute nella
vicina 'Cascina Serenella del Mirà', uno dei luoghi di scontro più cruenti,
coinvolgendo gli studenti degli Istituti scolastici " Per dare il giusto
rilievo alle vicende che hanno coinvolto la popolazione durante l'evento
bellico e per la realizzazione del Sacrario-Ossario, sottolineando l'atto di
fratellanza dei nostri avi verso gli altri popoli europei" ha spiegato il
Presidente della Fondazione Ferretti, Eugenio Paoloni.
Le parole della Consigliera
Eliana Flamini a rappresentare la Città di Osimo:
"Grazie al Comune di
Castelfidardo ed alla Fondazione Ferretti ( un Grazie particolare al suo
Presidente Eugenio Paoloni per l'ideazione e l'organizzazione) per questa
originale e partecipativa celebrazione, che ha visto riunirsi Istituzioni dei
Comuni coinvolti negli eventi, Associazioni e scuole. Ho portato i miei saluti
e quelli del nostro Sindaco Simone Pugnaloni e di tutta l’Amministrazione
Comunale di Osimo e soprattutto della Città.
E’ innegabile lo stretto rapporto
tra le nostre comunità sin dalla storia più lontana. Oggi ricordiamo uno dei
momenti più intensi del nostro rapporto, quello che portò l’Italia ad essere un
Paese finalmente unito. In quell’occasione persero la vita 88 tra ufficiali e
soldati, ma lo scontro lasciò numerosi feriti, che le cronache numerano come 2
o 300 tra Piemontesi e Pontifici.
Fa piacere ricordare che Osimo in
quell’occasione apportò molto alla causa comune, non solo strategicamente e
politicamente, ma soprattutto accogliendo i feriti in luoghi preposti, ma anche
in case private: “non incontrarono negli osimani né odi né rancori”, così
riportano i testi storici del tempo. Va ricordata anche il grande merito delle
donne, che furono quelle che riuscirono a dimostrare la “grande carità ,
apportare pietose cure e premurose sollecitudini”.
Oggi queste memorie ci ricordano
che siamo molto più vicini di quello che la geografia dimostra. Oggi la nostra ‘guerra’
è quella con la crisi economica, la mancanza di lavoro, l’inquinamento, la
gestione dei flussi migratori, etc., cioè una guerra senza armi materiali, ma
che sta facendo più danni di molte guerre storiche. Le nostre cittadine sono
molto vicine, per certi aspetti molto simili, si trovano a confrontarsi nello
stesso terreno, ecco quindi che è fortemente auspicabile un ritorno a quel ‘né
odi né rancori’, ad una sempre più forte collaborazione in ottica di scelte
condivise e lungimiranti, quelle che ci porteranno a superare la nostra ‘guerra
moderna’."