Il colle di Osimo, prima dell’oppidum di età
ellenistica e della strutturazione urbana che precede di meno di 20 anni la
deduzione della colonia romana di Auximum, è stato sede di un insediamento
dell’età del Ferro relativo ad una comunità picena ivi stanziata. Tale comunità
seppelliva i propri morti nel sepolcreto individuato lungo il declivio
settentrionale del crinale che collega il piede del colle stesso all’attiguo
Monte dei Fiorentini.
Un altro insediamento piceno è attestato ad Ovest del colle di Osimo, ad appena
2 Km da esso, sul fianco nord-orientale dell’altura di Monte S. Pietro,
affiancato dal relativo sepolcreto.
In armonia con il modello insediativo di tipo protourbano in uso preso le
comunità picene dell’Italia centrale adriatica anche ad Osimo si segnalano
sparse e diffuse aree abitative di dimensioni contenute unite alle relative
necropoli.
Altri sepolcreti piceni sono attestati nel territorio di Osimo come documentato
a S. Paterniano dal rinvenimento di una fibula di bronzo ascrivibile all’VIII
sec. a.C.
Notevole è l’importanza dei resti di abitato piceno parzialmente messo in luce
nel centro storico cittadino, presso piazza S. Giuseppe da Copertino nell’area
del mercato coperto. In un deposito conservato per una altezza di m. 2,50, è
stata riscontrata una sequenza culturale di 12 strati tutti piceni e con molti
materiali, il cui inizio in base ai confronti con l’abitato del Colle dei
Cappuccini di Ancona, può essere fissato nel IX secolo a.C. mentre la presenza
nello strato più recente di frammenti di piatti dipinti documenta la continuità
di vita dell’abitato almeno sino al VI sec. a.C. Strettissime sono le
somiglianze tra i materiali degli abitati piceni di Ancona ed Osimo dove
ritornano
tutti gli elementi caratterizzanti la civiltà picena.
Da questa stessa area abitativa e dalle zone vicine provengono altri materiali
tra cui compaiono anche ceramiche attiche a vernice nera e a figure rosse di V
sec. a.C., unitamente a materiali di IV e III sec. a.C. che attestano che
l’abitato, ampliatosi, è stato frequentato, ininterrottamente sino all’età
repubblicana.
Rispetto alle aree abitative, le necropoli picene di Osimo sono purtroppo meno
note. Su di esse non si hanno informazioni
e dati in merito alla tipologia delle singole sepolture, alla composizione dei
corredi e alla loro organizzazione generale ed estensione. Si conoscono invece
diversi gruppi di materiali in prevalenza frutto di rinvenimenti occasionali.
Il sepolcreto di Monte S. Pietro dai materiali conservatisi in possesso di
privati sembra documentare una fase più antica rispetto l’altro sepolcreto
presso il Monte dei Fiorentini.
Se quest’ultimo
infatti per la presenza di una kylix attica a figure rosse del Pitt. dello
Splanchnoptes (460 a.C.) è assegnabile alla seconda età del Ferro (VI-V sec. a.C.),
il primo è ascrivibile alla prima età del Ferro con materiali databili tra il IX
e l’VIII sec. a.C. Accanto a due morsi di cavallo in bronzo, si colloca un
gruppo di fibule di bronzo di tipo a sanguisuga e a navicella con decorazioni
geometriche incise.
Tra questi materiali oltre al morso di cavallo di tipo Veio con montanti a forma
di cavallino schematico che evidenzia la comparsa di una classe di cavalieri e
documenta rapporti con l’area etrusca, nell’VII sec. a.C. si segnala in modo
particolare una fibula
a navicella con
staffa
desinente a protome umana stilizzata che trova un puntuale confronto con
esemplari analoghi da Numana.