Mi sono ispirato ai
principi del rispetto delle persone e della legge, della trasparenza, della correttezza e
del rigore. Per valutare i risultati, parto da un aspetto personale. Quando sono divenuto
sindaco, ho scoperto che il solo fatto di svolgere un servizio a favore della collettività
veniva allora considerato da molti motivo sufficiente perché nei miei confronti potessero
essere utilizzati termini comunque offensivi, talvolta prossimi alla calunnia. L'elenco
degli improperi a me rivolti nei manifesti o sulla stampa è lungo: raramente, soprattutto
nel periodo iniziale dell'amministrazione, sono state criticate le scelte; sempre, o quasi
sempre, è stata denigrata la persona. Di fronte a questi metodi, non sono mai ricorso alla ritorsione; più volte ho auspicato, tramite dichiarazioni pubbliche e private, la moderazione nei toni; non sempre sono riuscito a migliorare la qualità del dibattito, ma credo che il più sicuro rispetto della buona educazione, certo esistente oggi rispetto a tre anni fa, sia un risultato importante. Questo atteggiamento riservato e prudente l'ho tenuto in tutte le circostanze, e con me l'ha tenuto nel complesso l'intera amministrazione. La politica deve essere, ed è stata, insomma ricondotta nel suo alveo corretto, ovvero quello delle proposte concrete, delle cose fatte o da fare. |
La relazione del sindaco
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